La Repubblica Democratica del Congo



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La Repubblica Democratica del Congo (RDC), più comunemente nota con i nomi di ex-Zaire o Congo-Kinshasa, è un immenso paese situato al centro del continente africano. Con i suoi 2.345.000 Km² di superficie, questo stato è il terzo stato africano per estensione dopo il Sudan e l’Algeria. Circondato da nove frontiere definite dalla Conferenza di Berlino (1884-1885) e da ulteriori accordi nei quali, tuttavia, la mano occidentale – ora in maniera evidente, ora latente - è stata sempre presente, l’ex-Zaire confina con la Repubblica del Congo (nota, a sua volta, come Congo-Brazzaville), la Repubblica Centrafricana, il Sudan, l’Uganda, il Rwuanda, il Burundi, la Tanzania, lo Zambia e l’Angola. La sola ubicazione, dunque, è già di per sé eloquente circa l’importanza che il paese riveste nel contesto geopolitico africano: tuttavia, se a questa si aggiunge il peso enorme delle immense risorse naturali, non è troppo difficile identificare le cause dei destini incrociati, del passato e del presente, ai quali la Repubblica Democratica del Congo sembrerebbe condannata.
Perciò, in questo spazio, si parlerà, più che delle miserie, delle ricchezze del Congo; ricchezze intese come beni naturali, risorse materiali ma anche come beni sociali, risorse umane sulle quali investire. Perciò, ancora, la distinzione tra condizione geografica, fisica, del paese e condizione sociale, umana, non sarà netta: perché semplicemente, non lo è. Generalmente, anzi, molti lati oscuri delle vicende africane e non solo, derivano proprio dalla tendenza, ormai peraltro ampiamente denunciata, a tenere ben distinti ambiti solo apparentemente slegati, nascondendo abilmente verità scomode.


L’ipotesi semplice di queste pagine, è dimostrare che la ricchezza può generare miseria. Ma che è possibile anche il contrario.


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RICCHEZZA IDROGRAFICA


Il fiume Congo nasce, con il nome di Lualaba, nella regione mineraria congolese del Katanga, non lontano dalla frontiera con lo Zambia e mantiene questo nome per tutto il suo corso superiore, fino alla città di Kisangani, nella Province Orientale del paese: lungo questo tratto, che attraversa montagne e altipiani, il suo corso è intervallato da rapide e cascate e la navigazione interrotta a più riprese. Da Kisangani a Kinshasa, il corso medio del fiume percorre invece l’immensa pianura centrale, è navigabile, e per questo ha costituito, nel passato, l’interesse principale del colonialismo belga, permettendo l’accesso all’interno dell’area centrale del continente africano: in un momento storico nel quale il “potere bianco” era ancora relegato alle zone costiere, il Congo e i suoi affluenti navigabili costituivano una rete di vie di comunicazione molto appetibile per l’esplorazione delle zone interiori e per il trasporto dei prodotti razziati. Da Kinshasa inizia il corso inferiore del fiume che, fino all’Oceano Atlantico, si può grosso modo identificare in due tratti: il primo, non navigabile per la presenza di rapide, fino alla città di Matadi; il secondo, navigabile fino all’Oceano, ha fatto sì che il centro di Matadi diventasse un porto fluviale importante per l’economia del paese.
Il capitale idrografico della Repubblica Democratica del Congo non è sfruttato che in minima parte e l’enorme potenziale idroelettrico che gli corrisponde resta latente. La centrale di Inga (non lontano da Matadi), prima al mondo per produzione, alimenta la linea ad altissima tensione Inga-Katanga equipaggiando quindi, principalmente, la fascia che lega la regione mineraria al porto. Il progetto prevedeva un complesso maggiore sviluppato per tappe successive che, tuttavia, non è ancora stato realizzato. Anche la rete di centrali idroelettriche minori si dirama appena nelle province interessanti sotto il profilo minerario (Province Orientale, Nord e Sud-Kivu, Kasai Orientale).
Tra le risorse idrografiche della Repubblica Democratica del Congo vanno considerate anche quelle lacustri, concentrate principalmente lungo il confine orientale del paese.

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RICCHEZZA MINERARIA


Rame, cobalto, zinco, stagno, ferro, manganese, argento, oro, diamanti, piombo, uranio, coltan: sono le preziose risorse del sottosuolo congolese ma, soprattutto, la causa indiretta dei conflitti che, oggi come ieri, dilaniano il paese.
La regione mineraria del Katanga (sud-est) è la maggiore area estrattiva di tutto l’ex-Zaïre: ricca di rame, questa zona ha fatto del Congo-Kinshasa, nel passato, il quinto paese produttore di rame al mondo. Altri siti minerari importanti sono il Kivu (oro, stagno, zinco, coltan), la Province Orientale (oro e coltan), il Kasai (oro e diamanti).
Il Congo è anche il quarto paese produttore di petrolio in Africa sub-sahariana dopo Niger, Angola e Gabon. Un giacimento petrolifero, infatti, è stato scoperto nel 1970 a Moanda ma il petrolio estratto viene esportato allo stato grezzo e il paese resta tributario dell’importazione per coprire i suoi bisogni di carburante.






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